Disturbo dell'Identità di Genere (D.I.G.)
Esistenze possibili - Contributo | Intervista sul transessualismo
Molte persone si interrogano sulla loro femminilità e mascolinità, molti desiderano o hanno desiderato in qualche momento della loro vita cambiar sesso (magari per ottenere dei benefici sociali), ma sono poche quelle che sentono un disagio tanto profondo da desiderare di modificare realmente il loro corpo in senso maschile o femminile.
Questa condizione, prima conosciuta con il termine di “Transessualismo”, nonostante sembra esistere da sempre, con echi riscontrabili fin nella mitologia, è ancora oggi poco conosciuta e spesso nell’immaginario comune resta avvolta da un alone di mistero.
L’esperienza delle persone con disturbo dell’identità di genere (DIG), è caratterizzata da un vissuto d'incoerenza tra l'identità fisica (sesso biologico) e l'identità psichica (vissuto di appartenere al genere femminile o maschile). È “una convinzione precoce, permanente e irremovibile di appartenere al sesso opposto, in un soggetto del tutto normale dal punto di vista cromosomico, ormonale e somatico” (Baldaro Verde, Graziottin,1991). Questa convinzione si manifesta fin dall'infanzia in preferenze, atteggiamenti e comportamenti caratteristici dell'altro sesso (quali giochi, abbigliamento o gesti stereotipici di un certo genere).
All'interno del DIG si possono distinguere due grandi gruppi: le MtF (male to female), individui biologicamente maschi che sentono e desiderano appartenere al genere femminile e i FtM (female to male), individui biologicamente femmine che sentono e desiderano appartenere al genere maschile. É dunque una problematica presente in entrambi i sessi, anche se il gruppo delle MtF è più numeroso.
(tratto da “Esistenze possibili” a cura di Ruggieri, Ravenna, Chianura. Ed. Universitarie Romane, 2007).
SAIFIP (Servizio adeguamento Identità Fisica e Psichica)